n00bs – Considerazioni su una generazione di videogiocatori

I giocatori di vecchia data come me sanno che i videogiochi moderni sono facili. Fin troppo, chi mi conosce sa che io sono molto negativo sui futuro dei videogiochi, erano bei tempi dove dovevi intuire i comandi e le meccaniche di un gioco, e non con guide di 30 minuti dove ti spiegano ogni singola cosa come “Su gli HP vanno a zero sei morto”, ma sono rari i casi dove i giocatori sono lasciati a loro stessi, come Dark Souls, li sei solo tu contro un gioco con una difficoltà impressionante, ma è bello capire come affrontare una zona o un boss. Nessun box di dialogo del genere “Colpisci li perché è il suo punto debole” o per saltare schiaccia “X”. Ma volete davvero essere trattati come idioti?

Parlo per i nostalgici del vecchio Crash, o dei primi capitoli di Sonic il porcospino, prima di quel re-desing selvaggio e insensato… come i protagonisti  i giochi sono diventati insulsi e banali. Basta pensare Spyro prima di Skylander, lui era il protagonista indiscusso, e i suoi giochi erano belli e difficili da completare. Questo lo chiamo la sindrome di Sonic il porcospino: comincia bene ma finisce in disgrazia. Un altro esempio noto è la serie di Kingdoom Hearts, o di Leggend of Zelda.

La nuova frontiera per trovare titoli validi è buttarsi nei giochi indipendenti, li ci sono titoli validi per chi vuole rivivere l’epoca d’oro dei videogiochi, e non un pappa omogenizzata di quello che era una icona imponente.

Alberto Peralma

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